Nella puntata di oggi di LMTalks abbiamo incontrato Padre Mussie Zerai, da sempre in prima linea per difendere i diritti di migranti e rifugiati.
Presidente dell’Associazione Habeshia per la Cooperazione allo Sviluppo, nel 2015 Padre Mussie era tra i candidati al Premio Nobel per la Pace proprio in virtù del suo attivismo e del suo impegno sociale sempre dalla parte dei più deboli.
Lui stesso è stato migrante, arrivato in Italia all’età di 16 anni come minore non accompagnato, è oggi un apolide. Il regime dittatoriale militare del suo paese d’origine – l’Eritrea – infatti, gli ha confiscato il passaporto proprio in ragione del suo incessante operato per denunciare le violazioni dei diritti umani perpetrate in quel territorio.
Con Padre Mussie parliamo innanzitutto del sistema d’accoglienza che ha trovato al suo arrivo in Italia e di quanto poco è cambiato negli anni, andando ad esaminare nel concreto quali siano le conseguenze del non essersi dotati di una legge organica in materia di asilo ed accoglienza che accompagni il rifugiato in tutte le varie tappe fondamentali del percorso una volta arrivato in Europa.
Padre Mussie pone poi l’accento sull’estrema importanza del creare degli spazi di incontro tra migranti e cittadini italiani ai fini della comprensione totale del nuovo contesto sociale nel quale i primi sono inseriti.
Andiamo poi a ragionare insieme sul vero significato che dovrebbe avere il concetto di integrazione: il migrante che arriva in Italia infatti, ci ricorda Padre Mussie, non è una “tabula rasa”.
Questo infatti, potrebbe essere fonte di arricchimento per la società che lo accoglie portando con sé il proprio bagaglio di esperienze. Solo quando lo scambio culturale avverrà da entrambi i lati si potrà parlare di vera integrazione, altrimenti si può parlare solo di “assorbimento” del migrante all’interno del contesto italiano.
Passiamo poi ad esaminare la situazione in Eritrea, della quale continua ad interessarsi poiché molti dei migranti che assiste provengono da quel territorio. Padre Mussie ci racconta che in quella nazione – riconosciuta da sempre dalla comunità internazionale come uno stato che attua in maniera perpetua gravi violazioni dei diritti umani – pur se la Costituzione esiste in maniera teorica, questa non è mai entrata in vigore. I cittadini eritrei pertanto sono completamente in balia del regime militare, che scandisce le loro vite in ogni singola parte, compresa la carriera professionale di ogni individuo.
In ultimo, affrontiamo con Padre Mussie il tema della riforma del sistema di accoglienza europeo da effettuarsi tramite il Nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo.
Padre Mussie infatti, ha inviato una lettera all’attuale Presidente della Commissione Europea individuando 3 punti fondamentali sui quali ci si dovrebbe concentrare per realizzare una riforma che tenga realmente conto delle condizioni di vita dei migranti.
Per riformare effettivamente il sistema in maniera tale che siano davvero rispettati i diritti fondamentali di ciascuno, è necessario un radicale cambio di paradigma che – continua Padre Mussie – può realizzarsi solo concentrando gli sforzi su tre aspetti del fenomeno migratorio:
- Affrontare le cause della migrazione;
- Migliorare le condizioni di vita nei paesi di transito, così da garantire la speranza di un futuro migliore anche nel continente di origine;
- Aprire canali legali per chi è soggetto vulnerabile, così da evitare che gli stessi rischino la vita per tentare a tutti i costi di raggiungere l’Europa
Solo seguendo questo impianto durante i negoziati, sarà possibile davvero garantire che i diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, valgano per tutti e non diventino privilegi di pochi – come invece sta accadendo con il sempre più grave inasprimento del regime di esternalizzazione delle frontiere che l’Europa sta mettendo in essere.
Noi di Large Movements condividiamo l’appello di Padre Mussie alle istituzioni europee ed in generale il suo lavoro di advocacy per definire un nuovo e più organico sistema di accoglienza in Italia, che dia vita ad una vera e propria integrazione che arricchisca entrambe le parti coinvolte.
Abbiamo voluto realizzare questa intervista proprio per contribuire, nel nostro piccolo, a diffondere il più possibile questi concetti, così da mantenere alta l’attenzione della società civile perché un cambiamento reale è fattibile e “facilmente” raggiungibile. E non è più ulteriormente derogabile.
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Presidente Large Movements APS