Nell’ambito della rubrica Follow the Money, torniamo oggi a parlare del Programma Next Generation EU, il programma strategico dell’Unione Europea in risposta alla crisi generata dalla pandemia COVID-19 e del suo strumento finanziario, il Recovery Fund. A tal proposito vi ricorderete anche dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR), strumenti finanziari attraverso i quali gli Stati membri possono beneficiare del Fondo per il finanziamento di un pacchetto integrato di investimenti e riforme. È proprio uno dei capitoli del PNRR Italia, la Missione 5 “Coesione e Inclusione”, che vi presenteremo oggi.
“Coesione e Inclusione” del PNRR
La Missione “Coesione e Inclusione” ha un ruolo di grande rilievo nel perseguimento degli obiettivi trasversali del PNRR e si occupa delle grandi sfide del Paese, partendo dal sostegno all’empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere, alle prospettive occupazionali dei giovani, fino a trattare di riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno e delle aree interne. Con una dotazione finanziaria complessiva di 19,85 Miliardi di euro (oltre il 10% dell’intero PNRR), è strutturata in 3 macro ambiti di intervento (Componenti), declinati a loro volta, in più investimenti (interventi/progetti) e 5 riforme.
Missione 5 | Componente | Risorse PNRR |
Politiche per il Lavoro | 6,66 | |
Infrastrutture Sociali, Famiglie, Comunità e Terzo Settore | 11,17 | |
Interventi Speciali Per La Coesione Territoriale | 1,98 | |
Totale | 19,81 |
Valori in miliardi di euro
Fonte: PNRR e Italia domani
In linea con il campo di azione di Large Movements, ci soffermeremo sulla Componente 2 della Missione 5 : “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore” la quale valorizza la dimensione sociale delle politiche sanitarie, urbanistiche, abitative, dei servizi per l’infanzia, per gli anziani, per i soggetti più vulnerabili, così come quelle della formazione, del lavoro, del sostegno alle famiglie, della sicurezza, della multiculturalità e dell’equità tra i generi. Il fine di tali investimenti è prevenire l’esclusione sociale intervenendo sui principali fattori di rischio individuale e collettivo.
Missione 5 – Componente 2 Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore | |
Titolo investimento | Importo finanziato PNRR |
Costruzione e miglioramento dei padiglioni e degli spazi dei penitenziari per adulti e minori | € 132.900.000 |
Housing Temporaneo e Stazioni di posta | € 450.000.000 |
Percorsi di autonomia per persone con disabilità | € 500.000.000 |
Piani urbani integrati | € 2.493.800.000 |
Piani Urbani Integrati – Fondo di fondi della BEI | € 272.000.000 |
Piani Urbani Integrati – Superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura | € 200.000.000 |
Progetti di rigenerazione urbana volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale | € 3.300.000.000 |
Programma Innovativo della qualità dell’abitare | € 2.800.000.000 |
Sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell’istituzionalizzazione | € 500.100.000 |
Sport e inclusione sociale | € 700.000.000 |
Fonte: PNRR e Italia domani
Complessivamente vi sono destinati 11,22 Miliardi di euro ovvero oltre il 56% delle risorse dell’intera Missione, prevalentemente programmati in favore della misura di rigenerazione urbana e edilizia sociale.
All’interno di tale misura si collocano i PUI, i programmi urbanistici di rigenerazione urbana partecipati, finalizzati al miglioramento di ampie aree urbane degradate, alla loro rigenerazione, e rivitalizzazione economica, con particolare attenzione alla creazione di nuovi servizi alla persona e al miglioramento dell’accessibilità.
Più specificamente i PUI sono articolati in 3 sotto investimenti, ognuno dei quali interviene su un segmento specifico:
- Un primo intervento è dedicato alle periferie delle Città Metropolitane. Si prevede una pianificazione urbanistica partecipata, con l’obiettivo di trasformare territori vulnerabili in città smart e sostenibili, limitando il consumo di suolo edificabile. Nelle aree metropolitane si potranno realizzare sinergie di pianificazione tra il Comune principale ed i Comuni limitrofi più piccoli con l’obiettivo di ricucire il tessuto urbano ed extra-urbano, colmando deficit infrastrutturali e di mobilità. Gli interventi potranno anche avvalersi della co-progettazione con il Terzo settore, secondo quanto definito nel nuovo Codice del Terzo settore e la partecipazione di investimenti privati nella misura fino al 30%;
- Una seconda linea di finanziamento consiste nell’istituzione di un Fondo Tematico dedicato a supportare progetti di rigenerazione urbana come mezzo per promuovere l’inclusione sociale e combattere varie forme di vulnerabilità, aggravate dall’emergenza post Covid-19. Il Fondo Tematico mira, in particolare, (i) ad attrarre finanziamenti privati nei progetti di risanamento urbano, (ii) a promuovere lo sviluppo e l’attuazione di investimenti urbani a lungo termine, (iii) a sviluppare canali di prestito nuovi e alternativi, nonché modelli innovativi per i progetti di risanamento urbano, combinando le risorse del PNRR con risorse private e (iv) ad accelerare gli investimenti nel risanamento urbano;
- Un intervento specifico è inoltre previsto per il recupero di soluzioni alloggiative dignitose per i lavoratori del settore agricolo.
I Piani Urbani Integrati per il superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura
Durante la negoziazione del PNRR, la Commissione europea aveva notato l’assenza di un elemento chiave quale il contrasto al lavoro sommerso, ovvero il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori stranieri in agricoltura. Per tale ragione l’Italia ha adottato una riforma legislativa ad hoc. Il tema della lotta al lavoro sommerso è connesso alle criticità strutturali di alcuni settori economici e alla vulnerabilità sociale e contrattuale di alcuni segmenti di manodopera, tra cui si individuano certamente persone con background migratorio. In particolare, tali interventi era già stati previsti nell’ambito del Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato. Piano quest’ultimo facente parte degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Uniti. Il Piano identifica 6 tematiche principali a cui corrispondono progetti e misure trasversali da attuarsi/in fase di attuazione ricondotte attraverso i 4 Assi strategici: (i) prevenzione; (ii) vigilanza e contrasto, (iii) protezione e assistenza; (iv) reintegrazione socio – lavorativa.
Oggetto, dotazione e obiettivo dei Piani Urbani Integrati
Si tratta di progetti di recupero di soluzioni alloggiative dignitose per i lavoratori del settore agricolo la cui dotazione finanziaria complessiva ammonta a 200 milioni euro. In particolare, l’intervento finanzia opere infrastrutturali (ristrutturazione, acquisto di immobili e terreni, espropri, nuove costruzioni), per il 70% del finanziamento, e interventi non infrastrutturali. Per gli interventi non infrastrutturali si intende servizi di supporto con mediatori, assistenti sociali etc.La nascita e lo sviluppo di insediamenti irregolari sono terreno fertile per l’infiltrazione di gruppi di criminalità organizzata, un fenomeno che contribuisce a rendere ancora più precarie le condizioni di vita dei lavoratori di questi settori. L’investimento si pone pertanto l’obiettivo di creare o ristrutturare alloggi per i lavoratori del settore agricolo per dare loro condizioni di vita quotidiana decenti ed eliminare le infiltrazioni di gruppi criminali.
Iter di attivazione dei Piani Urbani Integrati
Responsabile e titolare di questa misura è il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione. Ai fini dell’attivazione della Misura nel corso del 2021 è stata svolta, a cura dell’Associazione nazionale dei Comuni Italiani(ANCI), un’indagine nazionale volta a rilevare e mappare i territori con maggior presenza di insediamenti abusivi. I risultati di tale indagini sono confluiti nel D.M. 55 del 29 marzo 2022 con cui sono state pre- assegnate le risorse ai territori target: si tratta di 37 comuni ubicati in 11 regioni. Con un atto successivo, il Ministero stabilisce la necessità che gli alloggi per i lavoratori siano realizzati rispettando i principi di uguaglianza, parità di trattamento e dignità sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana, della normativa europea e nazionale e della Raccomandazione ILO del 1961, R115 – “Raccomandazione sugli alloggi dei lavoratori”.Successivamente, alle amministrazioni competenti è stato richiesto un “Piano d’Azione Locale” (PAL) per ogni insediamento abusivo individuato entro il 12 dicembre 2022, scadenza successivamente prorogata al 10 gennaio 2023.
A che punto siamo?
Secondo il Report di aggiornamento di ANCI del 29 maggio 2023, 31 sono i PAL presentati di cui 16 pronti per l’approvazione.
Da queste poche informazioni disponibili ad oggi, un ritardo nell’iter procedurale è evidente se si tiene conto che il 30 giugno 2023 era prevista il termine per la sottoscrizione con le Amministrazioni competenti (Regioni e Comuni) degli accordi di almeno due terzi delle aree identificate come insediamenti illegali, a seguito di approvazione dei PAL.
La scadenza invece con la Commissione europea prevede entro marzo 2025 il completamento delle attività su almeno il 90 % delle aree individuate come insediamenti abusivi nei piani urbani.
I prossimi passi
Alla preoccupazione che scaturisce dal ritardo in fase di avvio sopra richiamato, rileva inoltre un limite nella trattazione dell’argomento nel presente articolo. Con la rubrica Follow The Money monitoreremo con attenzione i progetti attivati e vi terremo aggiornati!
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Fonti
https://archivio.caritas.it/materiali/Italia/qrrp/qrrp_num2_giu2022.pdf
https://www.anci.it/wp-content/uploads/Report-PNRR-e-ruolo-ANCI-29-maggio-2023.pdf
Maria Cristina Risoli
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