Il 2 ottobre 1869, nella città di Porbandar in India, nasce Mohāndās Karamchand Gāndhī. Grazie alle sue azioni di protesta basate sulla disobbedienza civile, ed alla sua capacità di mobilitare le masse verso la resistenza pacifica contro l’oppressore, il Mahatma (in sanscrito: “grande anima”, “venerabile”) ha guidato l’India verso l’indipendenza dal Regno Unito nel 1947.
Il 5 giugno 2007 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite stabilisce, attraverso una Pisoluzione apposita, la commemorazione del 2 ottobre come la giornata internazionale della non violenza, per disseminare il messaggio della non violenza attraverso l’educazione e la sensibilizzazione pubblica teorizzato da Gandhi e promosso dai movimenti di liberazione dei popoli che ne hanno abbracciato la filosofia. La Risoluzione ribadisce l’importanza universale del principio di Non violenza ed il desiderio di garantire una cultura di pace, tolleranza, comprensione e non violenza.
La non violenza politica di Gandhi
Il concetto di Non violenza ha origini orientali ed è stato adottato da correnti filosofiche e religiose asiatiche come il Buddismo, l’Induismo ed il Taoismo.
Gandhi ne ha abbracciato i principi, iniziando il suo attivismo come immigrato indiano in Sud Africa nei primi anni del 1900 ed acquistando consensi negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale, nella cornice della lotta dell’India per ottenere l’indipendenza dalla Gran Bretagna. Noto per il suo stile di vita ascetico e per la devota fede indù, Gandhi fu imprigionato diverse volte durante la sua vita, ed intraprese numerosi scioperi della fame per protestare contro l’oppressione delle classi più povere dell’India. Dopo la Partizione del Pakistan nel 1947, egli ha continuato a lavorare per la pace tra indù e musulmani. Fu ucciso a colpi di arma da fuoco a Delhi nel gennaio 1948 da un fondamentalista indù.
La Non violenza viene esercitata da Gandhi nelle iniziative politiche che prendono il nome di satyagraha e che hanno caratterizzato il suo attivismo in India. Alla base della satyagraha (satya = verità e ahimsa = non violenza o amore) vi è la resistenza all’oppressione tramite la disobbedienza civile di massa e la non-cooperazione con l’oppressore.
Tra le iniziative di resistenza pacifica portate avanti dal Mahatma nell’India coloniale, riteniamo importante menzionare i tentativi di rendere autosufficiente ed autonoma l’economia del Paese, boicottando l’acquisto e l’utilizzo di prodotti di importazione inglese tramite il potenziamento della produzione dei beni locali.
Il settore maggiormente colpito dal boicottaggio fu quello tessile. Oltre a scoraggiare l’acquisto di prodotti stranieri, Gandhi incitò il popolo indiano ad indossare il khadi, un vestito tradizionale filato a mano. Questa iniziativa fortemente partecipata, portò sullo stesso piano politico (almeno simbolicamente) ricchi e poveri, uomini e donne, uniti dal Mahatma contro l’occupazione straniera.
Nel 1921 scrisse a riguardo: «I tessuti che importiamo dall’Occidente hanno letteralmente ucciso milioni di nostri fratelli e sorelle». «Un paese rimane in povertà, materiale e spirituale, se non sviluppa il suo artigianato e le sue industrie e vive una vita da parassita importando manufatti dall’estero», aveva ribadito nell’agosto del 1931, poco prima della sua visita in Italia.
Questa strategia permise un aumento della produzione interna ed un miglioramento delle condizioni dei contadini indiani (per approfondire la situazione attuale dei contadini, rimandiamo ai nostri articoli di approfondimento sul Land Grabbing, sull’uso degli OGM in India e sulle proteste dello scorso anno).
La filosofia di Gandhi ha ispirato movimenti di difesa dei diritti civili in tutto il mondo soprattutto a partire dagli anni Sessanta, come quello pacifista e quello ecologista. Diverse personalità politiche hanno abbracciato il movimento di non violenza, mobilitando pacificamente milioni di persone. Tra queste menzioniamo:
- Martin Luther King Jr. per i diritti civili degli afroamericani negli Stati Uniti;
- Bayard Rustin per i diritti civili delle persone LGBTQ+ e degli afroamericani negli Stati Uniti;
- Nelson “Madiba” Mandela contro l’apartheid in Sudafrica;
- Aung San Suu Kyi in opposizione alla dittatura militare in Myanmar.
Oggi Large Movements celebra l’esistenza e la resistenza di Mahatma Gandhi, colui che per primo ha dimostrato che ci sono altri modi di far politica oltre alla conquista violenta, all’intimidazione ed ai giochi di potere. Noi di Large Movements crediamo fermamente che un mondo in cui il dissenso si esprime pacificamente sia possibile, e ci impegniamo affinché gli oppressi abbiano la possibilità di alzare la voce attraverso la disobbedienza civile e la non-collaborazione.
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